Notizie storiche
Nella preistoria, quella che diverrà la valle del Lemme era lambita dalle acque marine, in quanto non era ancora stata originata la pianura padana. A tutt’oggi, infatti, nel vicino paese di Carrosio, lungo la strada per Sottovalle non è difficile trovare fossili di origine marina mediante facili scavi nei terreni, le cui formazioni geologiche, sono simili a quelle che si trovano anche nel territorio di Voltaggio.
Non è improbabile che già in età arcaica la zona fosse abitata da pastori e agricoltori appartenenti a tribù liguri con probabili ascendenze celtiche. Anni or sono un archeologo itinerante indicava il cumulo di pietre a forma di barca che si trova nell’omonima località come il tumulo pre-romano di un qualche capo o notabile.
Nell’alta e media Val Lemme non sono stati rilevati reperti che diano certezze circa insediamenti romani, ma sappiamo che l’esercito romano costruì la via Postumia, la quale partiva da Genova, già noto centro marinaro, passava dal Pian del Reste (presso il Passo della Bocchetta), per giungere, attraverso le pendici del Monte Porale, a Libarna (Serravalle Scrivia), terminando infine ad Aquileia.
Alcuni storici indicano Voltaggio nel Veliturium o Octavium del mondo latino e identificano la fonte sulfurea ancora esistente con l’aqua octaviensis già nota in epoca romana.
Il primo documento certo in cui viene menzionato Voltaggio risale al 1007, quando Giovanni, vescovo di Genova, nel trasferire la cattedrale da S. Siro a S. Lorenzo, attribuisce ai monaci di S. Siro il godimento di numerosi beni tra cui “…decimas …in Gaui. In Carosio. In Uultablo“.
Il nome del paese risulta variamente modificato nel corso del tempo: “Vultabium” o “Vultacium” (forse da volte, magazzini per le merci, o perché “voltato” cioè “mutato nella forma”) e ancora “Ottaggio” che pare trarre origine dal suffisso indoeuropeo “tag” (rifugio, capanna di frasche). Poco probabile il collegamento con la sua funzione di punto doganale di riscossione dei pedaggi (“u tagio”).
Dopo l’anno Mille, Voltaggio risultava particolarmente importante per la Repubblica di Genova, in quanto attraversato dalla via Postumia (la strada del Passo della Bocchetta, che venne aperta nel 1585, ne ricalca alcuni tratti), che superava i Gioghi Appenninici evitando i Feudi Imperiali. Tale percorso viario, posseduto da Genova, attraversava pertanto Fiaccone (oggi Fraconalto), Voltaggio, Gavi, arrivando infine a Novi.
Nel 1121 i Genovesi acquisirono dal Marchese di Gavi il territorio di Voltaggio e il suo castello, posto sulla vetta dell’altura che domina la confluenza fra il Rio Morsone, il Rio Carbonasca ed il Lemme.
Secondo Caffaro, annalista genovese contemporaneo ai fatti, i consoli di Genova acquistarono il castello per 400 lire, ma è anche probabile che quella da lui riportata sia una versione edulcorata dei fatti, e che Voltaggio venne conquistato militarmente.
Voltaggio, fino al XVI secolo, venne governato prima da “Castellani” poi da “Podestà”, affiancati da “Consoli”. I primi due venivano designati da Genova, esercitavano la giustizia ed erano responsabili della difesa del paese; i “consoli” (il primo fu Guglielmo De Volta) invece erano scelti fra le persone più eminenti del borgo e si occupavano delle decisioni di carattere locale, coadiuvati dall’assemblea dei capi famiglia, che si riuniva nella chiesa parrocchiale.
Nel 1396 Genova fu ceduta alla Francia, e di conseguenza anche Voltaggio, ma il sistema di governo rimase lo stesso. Alla caduta del governo francese seguirono dieci anni di incertezze, conclusi con la cessione di alcuni territori, tra cui lo stesso Voltaggio, a papa Martino V. Nel 1421 i milanesi conquistarono Genova, che col suo territorio entrò a far parte del Ducato Visconteo.
A causa della sua posizione strategica, lungo l’unica via di comunicazione che collegava l’interno con Genova, Voltaggio fu spesso oggetto di contesa. Il 9 aprile 1625 subì l’incendio ad opera dei francesi alleati dei Savoia di Carlo Emanuele I contro la Repubblica di Genova. Fu allora che l’archivio parrocchiale e quello comunale vennero distrutti, insieme ad alcuni edifici della via principale.
Altre distruzioni si ebbero nel 1747, quando austriaci e franco-spagnoli si contesero la via della Bocchetta per Genova.
La sua posizione di confine ha fatto sì che abbia seguito la sorte dei vari occupanti. Nel 1798 fu incluso nel territorio della Repubblica Ligure, per poi passare all’Impero Napoleonico (1805) e quindi al Regno di Sardegna (1815). Aggregato nel 1831 all’effimera provincia di Novi, quando il ministro Urbano Rattazzi istituì la Provincia di Alessandria (1859) fu anch’esso inglobato nella nuova realtà amministrativa.
Il 15 ottobre 1816, a seguito dell’annessione al Regno Sardo, è storicamente accertato che i Reali Carabinieri giunsero in Voltaggio insediandosi nella ex caserma della Gendarmeria, costituendo così la Stazione che da più di duecento anni tutela la sicurezza della zona. A testimonianza dei legami con la Liguria, la Stazione dipendeva dalla Luogotenenza di Campomorone, facente parte del Ducato di Genova.
Altre testimonianze, tutt’ora vigenti, sono l’appartenenza della parrocchia di Voltaggio alla Diocesi genovese (dal 1255) e il prefisso telefonico è 010 come a Genova.
Nei secoli, Voltaggio diede i natali a personaggi illustri come San Giovanni Battista de’ Rossi (Patrono del Paese), la Beata Maria Repetto e il Servo di Dio Don Nicolò Olivieri, i quali testimoniano la
religiosità della popolazione (le loro case natali, tutte nell’attuale via De Rossi, sono contraddistinte da ben visibili targhe marmoree). Personaggi rilevanti in ambito artistico furono Sinibaldo Scorza, che fu tra l’altro pittore di corte dei Savoia (una sua opera è tutt’oggi custodita nella Pinacoteca -visitabile- dei Frati Cappuccini, unitamente a numerosi altri pezzi prestigiosi del Cinquecento e del Seicento) e i suoi contemporanei Giovanni Battista e Bernardo Carrosio, pittori e cartografi.
Nonostante l’inserimento nella Provincia di Alessandria, il legame con Genova che caratterizza Voltaggio, continua ad essere forte sia per l’appartenenza dell’idioma locale ai dialetti liguri, sia per la massiccia migrazione verso il centro maggiore da parte della popolazione, sia per l’affermazione dei Voltaggini in decine di attività imprenditoriali e commerciali nel capoluogo ligure. Tale appartenenza è stata ufficialmente riconosciuta, in Genova, il 10 settembre 2005 attraverso il conferimento a Voltaggio del titolo di Comune Onorario della Provincia di Genova.
Notizie storiche a cura di Lucio Prati (2010), aggiornate da Jessica Paparella (2020).