Sulle orme dell’uomo che piantava gli alberi
Si tratta di una rilettura teatrale dell’opera omonima di Jean Giono, integrata con storie di bosco della montagna di Marcarolo e brani di altri autori che, come lo scrittore francese, hanno celebrato la natura come unica nostra speranza di sopravvivenza. Si spazia da Ovidio a D.H.Lawrence, da Cechov a Brecht, da Prevert a Bradbury, il tutto scandito da “pezzi” musicali classici e moderni ispirati alla natura nei suoi vari aspetti.
Una riflessione a tutto campo sul rapporto degli uomini con gli alberi, sulle diversità di approccio che si sono susseguite nelle varie epoche fino allo “smarrimento” della contemporaneità nella quale pare che l’uomo abbia spezzato il filo millenario che lo legava al bosco e alla sua sacralità. E allora ecco tagli indiscriminati e privi di competenza, spesso portati avanti con un furore degno di miglior causa, come quella dell’uomo di Giono, che in poco più di mezzo secolo, anziché tagliarne, ne ha piantato centinaia di migliaia di alberi. Un monito per chiunque veda nelle piante un semplice oggetto di consumo nel solco del fatidico cupio dissolvi che ormai da troppo tempo agita gli uomini cosiddetti civilizzati.